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Gestione del rischio operativo: la “semplicità” come chiave del successo della trasformazione digitale di CNP Vita Assicura

Mauro Pomer, Partner & Business Development Manager di Stratos Analytics, in questa intervista ci racconta, dal punto di vista del partner tecnologico responsabile del disegno e dell’implementazione della soluzione, i principali fattori di successo del progetto di trasformazione digitale sviluppato per CNP Vita Assicura sulla piattaforma IBM OpenPages, soluzione GRC altamente scalabile e basata sull’intelligenza artificiale.

Partiamo dal contesto: come mai CNP Vita Assicura ha scelto IBM OpenPages come soluzione per la gestione dei rischi, considerando che aveva già un sistema in uso?

All’inizio, CNP Vita Assicura – azienda nata nel 2021 dall’acquisizione di Aviva Spa da parte di CNP Assurances -, per la gestione dei rischi aveva effettivamente a disposizione un sistema proprietario, sviluppato internamente al Gruppo. Tuttavia, le recenti acquisizioni del Gruppo CNP Assurances avevano introdotto in azienda anche una certa familiarità con la piattaforma IBM OpenPages, che era stata adottata da Aviva già da qualche tempo e che Dario Luna – neo-Chief Risk Officer di CNP Vita Assicura dopo il cambio di ragione sociale – aveva subito proposto di prendere in considerazione come strumento più moderno e scalabile.
La conoscenza pregressa della piattaforma da parte di Luna e la sua fiducia nelle sue potenzialità sono state determinanti nel convincere CNP a intraprendere questa strada. Questo primo progetto, del resto, sarebbe stato un test interessante anche per capire se in una fase successiva la piattaforma avrebbe potuto essere messa a disposizione anche del resto del Gruppo.

Quali sono state le sfide più grandi nel passaggio da un sistema proprietario a OpenPages?

Dovendo garantire una transizione fluida e senza interruzioni, le sfide più significative erano legate ai vincoli temporali stringenti e alla necessità di ripartire da zero.
Il progetto, infatti, avviato a ottobre 2022, doveva essere completato entro febbraio 2023, affinché la piattaforma fosse operativa dal 1° marzo.  Dovevamo quindi completare la migrazione in pochi mesi, il che ci ha costretto a lavorare con una certa pressione e ad assegnare un livello di priorità alle varie attività in modo molto strategico.
Inoltre, non avendo l’autorizzazione a esportare alcun oggetto o regola dal sistema precedente, siamo stati obbligati a partire praticamente da una tabula rasa. Questo ha richiesto un impegno notevole da parte del team, che per questa ragione ha immaginato di eliminare tutti gli oggetti inessenziali per concentrarsi inizialmente su un progetto abbastanza standard – alleggerito da formalismi inutili e validato nei suoi vari step tramite riunioni estremamente operative -, che potesse essere davvero messo in piedi in tempi rapidi.

Come avete superato la difficoltà di tempistiche così strette?

Abbiamo adottato un approccio molto snello e collaborativo.
Dario Luna ha delegato due dei suoi collaboratori più esperti, che già in Aviva avevano avuto modo di utilizzare questa tecnologia, a lavorare a stretto contatto con il nostro team, dando loro una grande autonomia. In questo modo, siamo riusciti a prendere decisioni rapide e a risolvere gli eventuali problemi sempre in modo tempestivo. Inoltre, abbiamo semplificato al massimo i processi, concentrandoci sulle funzionalità essenziali. Direi che “semplificare” è diventata in quei mesi una sorta di parola d’ordine, il leitmotiv di tutto il percorso fatto con CNP.

In cosa consiste la “semplificazione” operata da Stratos?

Abbiamo cercato di evitare di sovraccaricare la piattaforma con funzionalità inutili. Ci siamo concentrati sull’essenziale, su ciò che era veramente necessario per soddisfare le necessità di CNP Vita Assicura. E abbiamo adottato un approccio iterativo, partendo da un nucleo funzionale e implementando eventualmente in seguito funzionalità aggiuntive, in base alle esigenze emerse.
Anche le fasi di test sono state rese il più semplici possibile, in modo che potessimo avere dei feedback più o meno in tempo reale e apportare man mano le modifiche necessarie. I nostri interlocutori di CNP Vita Assicura hanno per questo selezionato per noi specifici utenti, che fossero in grado di darci indicazioni puntuali.

Questo approccio semplificato ci ha anche permesso di sovrapporre in parte le attività, scavalcando quindi in un certo senso la classica “metodologia waterfall”. A tratti, lavoravamo contemporaneamente alla progettazione e allo sviluppo, per accelerare i tempi di consegna.
Certo, procedendo in questo modo è possibile incappare in qualche “rework”, ma grazie alla metodologia estremamente snella che abbiamo adottato, questi episodi sono stati minimi e la loro gestione estremamente rapida. A ben guardare, implementare alcune prime funzionalità mentre ancora progettavamo è stato proprio ciò che ci ha concesso di ottenere un feedback rapido dagli utenti, e dunque di adattare puntualmente il prodotto in base alle loro esigenze e ridurre al minimo il ben più temibile rischio di dover rifare grandi porzioni di lavoro.
Inoltre, mentre gli utenti facevano i test, noi già ci portavamo avanti con l’input dei dati… Insomma, tutto questo ci ha permesso di comprimere l’intero progetto in un tempo molto breve.

Possiamo quindi dire che il progetto si è rivelato un duplice successo, sia in termini di soddisfazione del cliente, sia per la validazione di un nuovo approccio metodologico per Stratos Analytics?

Sì, certo, e infatti intendiamo adottare lo stesso approccio anche nei nostri progetti futuri: l’esperienza con CNP Vita Assicura ci ha dimostrato che è vincente.
Da un lato, siamo riusciti a consegnare un progetto di successo, rispettando i tempi e gli investimenti previsti.
Dall’altro, le lezioni apprese dal nostro team lavorando al progetto sono strategiche: l’importanza della semplificazione, la necessità di un approccio agile e collaborativo e l’utilità di coinvolgere gli utenti per procedere con affinamenti successivi…
Ma, soprattutto, l’importanza di non farsi frenare fin dall’inizio dall’ambizione di riuscire a disegnare a priori la soluzione perfetta, né tantomeno dall’idea di poter cominciare a lavorare solo in seguito all’analisi – potenzialmente infinita – di ogni possibile esigenza del cliente.
Piuttosto, è utile chiarire bene all’azienda le logiche già insite nello strumento, in modo da tracciare molto bene il “fit gap” tra il modo attuale di lavorare del Cliente e le sue aspettative e ciò che la piattaforma gestisce nativamente. E poi partire proprio da lì, customizzando ciò che già corrisponde alle necessità e costruendo ciò che eventualmente non ci fosse ancora.
Si tratta di un ribaltamento di prospettiva – “prima ancora che tu mi elenchi quello che vuoi, ti descrivo io quello che già si può fare” – che ci ha consentito di far confrontare subito il cliente con le soluzioni offerte dallo strumento, di fargli “mettere le mani in pasta” già dai primi istanti (per lo meno in modalità “test”) e quindi di far emergere con tutta evidenza le vere esigenze, invece di più generici “desiderata” che spesso impallano il quadro generale di un progetto.  

Una scelta più oculata non solo in termini di risparmio di tempo…

Infatti! Perché inseguire la “soluzione dei sogni” – nel campo delle applicazioni software come in qualunque altro contesto – può richiedere investimenti davvero importanti, con il rischio di scoprire al termine del progetto che non è nemmeno ciò di cui avevi bisogno (o che ti sarebbe bastato molto meno).

Con il suo nuovo approccio, invece, il nostro team intende mettere le aziende in condizione di “toccare subito con mano” le potenzialità di una tecnologia, affinché sia loro subito più chiaro fin dove hanno realmente bisogno di arrivare. Non solo risparmiando tempo e passando in produzione più rapidamente, quindi, ma anche con importanti vantaggi in termini di budget.


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